La caparra è una somma di denaro versata per confermare la volontà d’acquisto e scongiurare che l’immobile dei vostri sogni sia ceduto a qualcun altro proprio all’ultimo minuto. La caparra confirmatoria e penitenziale, costituisce, quindi, una forma di sicurezza e garanzia ai fini dell’acquisto e della vendita di un immobile.
Avete deciso di realizzare il sogno di acquistare casa e la trattativa è ormai agli sgoccioli. La casa ha le caratteristiche che avete sempre desiderato e per assicurarvi che diventerà vostra vi impegnate al versamento di una somma di denaro. Chi ha versato l’acconto conferma di voler portare a termine l’operazione e di impegnarsi a saldare nei tempi e modi stabiliti, pena la perdita della somma stessa. Il venditore, qualora cambiasse idea e non desiderasse più vendere non solo dovrebbe rimborsarla, ma anche versare una penale pari all’ammontare della caparra corrisposta dal potenziale acquirente per essere venuto meno all’impegno preso.
La caparra confirmatoria e la caparra penitenziale: le differenze
La caparra confirmatoria è disciplinata dall’art. 1385 del Codice civile ed è anche la più utilizzata. Si tratta del primo pagamento che viene effettuato da chi desidera confermare la volontà di acquistare un immobile. Una volta depositata, la caparra funge da garanzia per un eventuale risarcimento dei danni in caso di inadempimento. Se l’accordo va a buon fine e si conclude, la caparra confirmatoria può essere restituita o imputata alla prestazione dovuta diventando dunque un acconto sulla cifra finale concordata per l’acquisto dell’immobile.
La caparra penitenziale è disciplinata dall’art. 1386 del Codice Civile e rappresenta il corrispettivo per il diritto di recesso. Il venditore e l’acquirente possono, quindi, decidere che il contratto si possa sciogliere a fronte del pagamento di una somma di denaro, detto appunto caparra penitenziale. Se il contratto va a buon fine la caparra perde la propria funzione e deve essere restituita.
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